Affezione non infiammatoria dell'orecchio interno, che trae il suo nome dal
medico francese
Prosper Ménièr (1801-1862) che per primo ne
descrisse la sintomatologia. In termini propri è definita come una
labirintosi idropica, segnalata da tre sintomi specifici: vertigine
oggettiva, ipoacusia monolaterale (che può progredire fino alla
sordità), acufeni (cioè sensazioni uditive che si manifestano in
assenza di stimoli esterni, quali ronzii, scampanellii, ecc.). Tale triade si
manifesta in crisi parossistiche, dette
crisi menieriche, accompagnate da
fenomeni neurovegetativi quali nausea, cefalea, ipotensione, fotofobia. Gli
attacchi si producono in concomitanza di un aumento della pressione
endolinfatica. La reiterazione delle crisi, di durata variabile da pochi minuti
a qualche giorno, può comportare danni a carico della funzionalità
di numerosi organi sensoriali. La causa della
s. di M. può essere
organica, funzionale o secondaria ad affezioni generali (intossicazioni,
sindromi allergiche, tabagismo, alcolismo) oppure locale (traumi, flogosi,
arteriosclerosi). La terapia varia in funzione della causa. Nella prima fase
della malattia l'intervento è medico e consiste nella somministrazione,
durante le crisi, di farmaci diuretici e ad azione osmotica, per favorire il
deflusso del liquido e allentare la pressione sulle pareti del labirinto.
Talvolta vengono prescritti anche preparati parasimpaticolitici o
simpaticomimetici, antistaminici ed acidificanti. Nelle fasi più
avanzate, o in caso di forme ribelli all'azione farmacologica, si ricorre alla
pratica chirurgica, che comporta il drenaggio permanente del liquido linfatico,
oppure, nei casi più gravi, una distruzione della sezione vestibolare
dell'orecchio interno.